Le Prefiche o Chiangimorti
Le “prefiche”, come vengono definite in italiano, erano delle donne che, vestite con abiti scuri e coperte in viso con un velo nero, si recavano presso la dimora in cui giaceva il defunto e, stringendosi intorno al feretro, avevano il triste compito di compiangerlo e di decantarne le virtù.
Le origini di questo lavoro sono incerte. Di sicuro era praticato nell’antica Grecia e tra i Romani che spesso designavano una signora per “guidare” le urla di disperazione durante le cerimonie funebri: del resto il nome di questa occupazione deriva dalla parola latina praeficere, che significa per l’appunto “mettere a capo”. La ricompensa era elargita dalla famiglia del morto che in tal modo conferiva alle esequie del proprio caro un’atmosfera di disperazione quasi teatrale.
Saper piangere con maestria è stata una dote piuttosto richiesta nell’Italia meridionale più o meno fino agli anni 70. Nel capoluogo jonico spesso ci si rivolgeva al Conservatorio delle Pentite, un rifugio del borgo antico per donne sole ed ex prostitute che si erano specializzate in questa singolare mansione pur di guadagnarsi da vivere.