DIVINA COMMEDIA (V° Canto dell’Inferno: 100-107)Amor, ch’a nullo amato amar perdona,mi prese del costui piacer sì forte,che, come vedi, ancor non m’abbandonaAmor condusse noi ad una morte.Caina attende chi a vita ci spense».Queste parole da lor ci fuor porte.Quelli appena letti sono i versi più famosi che Dante Alighieri dedica ai due giovani, e sfortunati, amanti Paolo e Francesca ponendoli all’inferno perchè macchiati di un peccato gravissimo (adulterio), ma li fa vagare assieme: oltre la pena, che non abbiano anche quella della solitudine eterna.E così scrive il poeta descrive l’emozione di questo amore travolgente, così intenso che è impossibile non ricambiarlo ma che, purtroppo, li conduce alla morte.Una storia che ancor oggi affascina e commuove, forse perché non di fantasia ma realmente accaduta nella splendida cornice del Castello di Gradara (PU), un luogo rimasto congelato nel tempo che consigliamo di visitare almeno una volta nel vita per rivivere il medioevo e la passione travolgente di Paolo e Francesca.
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