"Fior di Neve" di Umberto Saba
Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita neve.
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, nasce a Trieste il 9 marzo 1883. La madre, ebrea, è abbandonata dal marito prima della nascita di Umberto (che conoscerà il padre solo nel 1905). Percorre un’irregolare carriera scolastica, finché non si impiega come praticante in un’azienda commerciale.
Nel 1903 pubblica a proprie spese la raccolta di versi Il mio primo libro di poesia.
Nel 1909 Umberto Saba sposa Carolina Wöfler, compagna di tutta la vita, che canta nei suoi versi con il diminutivo di Lina.
L’anno successivo pubblica a Firenze la raccolta Poesie, nella quale usa per la prima volta lo pseudonimo Saba, che in ebraico significa “pane”, ma è anche un omaggio alla balia che lo ha allevato nei primi anni di vita e che portava il cognome Sabaz.
Nel 1918 apre nella città natale una piccola libreria antiquaria, che diventa luogo d’incontro di scrittori e artisti. Può finalmente godere di un periodo di vita relativamente agiata e dedicarsi completamente alla poesia.
Nel 1941 le leggi razziali costringono Umberto Saba a lasciare l’Italia; dopo una permanenza a Parigi però ritorna e, durante l’occupazione tedesca, vive nascosto a Roma.
Nel 1946 gli viene assegnato il premio Viareggio.
Nel 1947 pubblica il volume autocritico in prosa Storia e cronistoria del Canzoniere in cui parla di sé e della propria poesia in terza persona.
Dal 1950 in poi la sua salute peggiora ed è costretto a frequenti ricoveri.
Nel 1953 in un periodo di ritrovata serenità scrive il romanzo Ernesto, che rimane però incompiuto e sarà pubblicato postumo nel 1975.
L’anno successivo Umberto Saba perde completamente l’uso delle gambe e la situazione familiare è aggravata dalla malattia della moglie Lina, che muore poco meno di un anno prima di lui, lasciandolo terribilmente solo e demotivato nei confronti della vita, tanto che non scriverà più neppure un verso. Muore nell’ospedale di Gorizia il 25 agosto 1957, all’età di 74 anni.